Massimo Finzi per Dagospia
E’utile l’automisurazione della pressione arteriosa? Sono affidabili gli apparecchi che la rilevano? Le risposte sono affermative nel senso che l’automisurazione della pressione permette di definire un profilo che completa la rilevazione effettuata dal medico e consente una terapia ancora più personalizzata. Gli attuali apparecchi in commercio garantiscono la precisione dei dati rilevati. I problemi nascono dal rispetto o meno della corretta procedura di rilevazione della pressione arteriosa.
Nei lunghi anni durante i quali mi sono interessato di ipertensione arteriosa ho riscontrato una elevata frequenza di errori legati proprio alla tecnica della misurazione della pressione: alcuni casi addirittura divertenti come il soggetto che metteva la sveglia alle 3 di notte per controllare la pressione notturna o come l’altro che pretendeva di misurare la pressione durante un rapporto sessuale. C’è chi ha misurato la propria pressione in ascensore, chi in auto.
Per verificare l’andamento della pressione arteriosa nei vari momenti della giornata e soprattutto durante particolari attività esistono specifici strumenti che permettono la “pressurometria delle 24 ore” (impropriamente definito Holter pressorio). La corretta tecnica di misurazione esige il rispetto di taluni passaggi. Larghezza e lunghezza del bracciale: gli apparecchi comunemente in commercio sono corredati di un solo bracciale adatto alle persone di normale corporatura ma soggetti molto magri o, al contrario, obesi hanno bisogno di un bracciale adatto pena l’errore della rilevazione.
La posizione del corpo, del braccio e dell’apparecchio sono fondamentali: difficile allinearli a livello del cuore in posizione seduta anche perché l’angolazione del braccio varia con l’altezza della persona e con l’inclinazione dello schienale. Preferibile la posizione distesa a pancia su (clinostatismo) che permette il rispetto di tutte le posizioni. La misurazione va effettuata dopo almeno 4/5 minuti con il paziente in stato di tranquillità fisica e psichica in ambiente con temperatura confortevole.
Il braccio sul quale viene avvolto il manicotto deve essere libero da qualsiasi indumento: spesso anche la semplice manica arrotolata di una camicia può falsare la rilevazione.
La misurazione non dovrebbe essere eseguita dopo un pasto specie se abbondante o dopo l’assunzione di alcol o di caffè.
Almeno la prima volta la misurazione va effettuata in entrambe le braccia per individuare quale dei due arti registri il livello maggiore di pressione perché è quest’ultimo che va preso come riferimento in futuro. Una lieve differenza tra le due braccia è fisiologica ma se supera i 10 mm di mercurio va informato il medico. Meglio una seconda misurazione a breve intervallo dalla prima per annullare l’impatto emotivo.
Quale dovrebbe essere la frequenza delle misurazioni? Dipende dal tipo di ipertensione ma, una volta individuata la terapia in grado di controllare efficacemente il livello della pressione, bisogna evitare che tale misurazione si trasformi in un atto ossessivo-compulsivo: due volte la settimana è più che sufficiente. A proposito di effetto emotivo interessante e istruttivo il caso riguardante un gruppo particolare di pazienti: in ospedale venivano registrati valori pressori “borderline”o elevati mentre con l’automisurazione tali valori risultavano perfettamente normali. Si trattava di reduci dai campi di sterminio nazisti: la vista di un camice bianco evocava in loro la selezione che veniva fatta ogni mattina dal medico delle SS quindi la misurazione effettuata in ospedale era falsata mentre era giusta quella misurata con l’apparecchio “domestico”.
2 - IPERTENSIONE COME IL CALDO CAMBIA LA VITA
Maria Rita Montebelli per “il Messaggero”
Anche se in ritardo sulla tabella di marcia, alla fine il grande caldo è arrivato. E, per molti pazienti, anche il momento di cambiare alcune abitudini di vita quotidiana, l' alimentazione e la terapia. Tra questi, coloro che soffrono di ipertensione e prendono farmaci per contrastarla.
Tutti, davvero, devono diminuire il numero di pasticche giornaliere? «Durante questi mesi - spiega Massimo Volpe, presidente della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare e ordinario di Cardiologia al Sant' Andrea di Roma - complici il caldo e le ferie che consentono di allentare lo stress i valori pressori tendono a scendere. Per questo, il paziente è portato a ridurre la terapia. La scelta, però, deve essere sempre condivisa con il medico».
LE VERTIGINI Va ricordato che la pressione, infatti, può variare da un giorno all' altro: è importante portare in vacanza l' apparecchio per la misurazione. Tenendo a mente che la normale è una pressione uguale o inferiore a 120 di massima e a 80 di minima. Da portare sempre con sé, anche le medicine che potrebbero non essere facilmente reperibili nelle località di vacanza.
Il caldo ha un impatto importante sull' apparato cardiocircolatorio perché determina vasodilatazione, fa lavorare di più il cuore, provoca sudorazione e perdita di liquidi, esponendo così al rischio di disidratazione. Anche nelle persone non affette da malattie di cuore, possono verificarsi disturbi collegati all' ipotensione (caduta della pressione arteriosa), con comparsa di sintomi quali vertigini, palpitazioni, senso di mancamento, necessità di assumere la posizione sdraiata.
Gli ipertesi possono viaggiare in sicurezza, con qualunque mezzo: vale la pena ricordare che all' interno di una cabina di aereo pressurizzata è come se ci si trovasse ad un' altitudine di 1500-1800 metri. «Se durante l' estate, si ha intenzione di intensificare l' attività fisica prosegue Volpe - meglio programmare un test da sforzo prima di partire, anche per valutare i propri limiti. Le complicanze dell' ipertensione non sono sempre prevedibili.
GLI SBALZI Acqua in abbondanza per tutti in estate. Ancora di più se si soffre di pressione alta. «Assicurare un adeguato apporto di liquidi è sempre il cardiologo a parlare - è molto importante soprattutto se si è in trattamento con diuretici, per non incorrere nel rischio di disidratazione.
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