Per rispondere alle pressioni della Cina su Bruxelles in una coalizione anti Usa, Richard Grenell, il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Germania, ha chiamato ieri a rapporto a Berlino tutti gli ad dei maggiori gruppi automobilistici
In attesa che fra 24 ore partano i 34 miliardi di dollari di dazi degli Stati Uniti contro la Cina, cui Pechino risponderà con una mossa analoga, il quotidiano tedesco Handelsblatt riporta la notizia di un importante incontro segreto avvenuto ieri. Richard Grenell, il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Germania, ha chiamato a rapporto a Berlino tutti i maggiori gruppi automobilistici. E, come ha riportato Handelsblatt, sono arrivati tutti: l'amministratore delegato di Daimler , Dieter Zetsche, l'ad di BMW , Harald Krüger e il ceo di VW, Herbert Diess. L'offerta che Richard Grenell ha presentato in una riunione segreta ieri nelle stanze dell'ambasciata americana a Berlino ha soddisfatto il comparto auto tedesco. Il diplomatico era stato incaricato da Washington di cercare una soluzione con Berlino e Bruxelles nella disputa sui dazi relativi al settore automotive, ha riferito Grenell ai manager.
A questo si aggiunga che la Cina, secondo l'agenzia americana Reuters, sta facendo pressioni sull'Unione Europea per rilasciare una dichiarazione congiunta forte contro le politiche commerciali del presidente Donald Trump in un vertice alla fine di questo mese. Tuttavia Pechino sta affrontando una certa resistenza, hanno detto funzionari europei. Negli incontri che stanno avendo luogo a Bruxelles, Berlino e Pechino, alti funzionari cinesi, tra cui il vice premier Liu He e il diplomatico di punta del governo cinese, il consigliere di stato Wang Yi, hanno proposto un'alleanza tra le due potenze economiche e si sono offerti in cambio di aprire di più il mercato cinese.
Ed ecco perché Washington è pronta ora per una soluzione zero-dazi fra Europa e Stati Uniti, ha spiegato Grenell ai manager del comparto auto. L'offerta va in direzione opposta rispetto alla decisione degli Usa a inizio giugno di alzare le dogane ad acciaio e alluminio di provenienza europea. E dopo le tariffe su acciaio e alluminio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato l'Ue nel giorni scorsi con ulteriori misure contro auto e parti di automobili. Visto che la guerra dei dazi dovrebbe entrare in vigore domani con la Cina, che ha minacciato ritorsioni immediate di portata molto ampia, il tempo stringe anche per l'Europa. Trump vuole aspettare un parere del suo ministro del commercio Wilbur Ross sugli effetti del possibile accordo zero-tariffe sulle auto, che dovrebbe giungere, scrive Handelsblatt, non prima di fine mese.
Gli analisti di Fidentis aggiungono oggi che l'accordo bilaterale potrebbe essere esteso anche a Giappone e Corea del Sud, due storici alleati che gli Usa non si possono permettere di perdere e per i quali il comparto auto è rilevante. In linea generale, aggiungono i broker, la notizia è positiva per tutto il settore automobilistico, la cui performance negli ultimi due mesi è stata pesantemente penalizzata dai rischi di un aumento dei dazi sulle importazioni statunitensi ed europee.
Gli attuali tassi di importazione degli Stati Uniti sulle auto sono del 2,5% e sui camion del 25%, mentre l'Ue ha un prelievo del 10% sulle importazioni di auto dagli Usa.
I maggiori beneficiari di una riduzione delle tariffe sarebbero i produttori tedeschi, mentre l'impatto positivo su Fca sarebbe limitato, scrive Fidentis, perché per il gruppo i flussi di import-export tra Ue e Usa rappresentano pochi punti percentuali delle sue entrate. Gli analisti confemrano il rating Buy su Fca con un range di valutazione fra 29 e 31, euro per azione.
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