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Nel dubbio, mandate le navi. Nonostante abbia ritrattato la possibilità di un bombardamento in Siria(in realtà effettuato nella notte del 14 Aprile 2018), il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di inviare 12 navi da guerra. Non si sa mai.
Tra queste c’è l’enorme nave nucleare Harry Truman, in grado di trasportare novanta aerei. Scortata da un gruppo di cacciatorpedinieri e incrociatori, si sta dirigendo verso il Medio Oriente. Ad attenderla nel Mediterraneo ci sono altre 4 navi cacciatorpediniere: Donald Cook, Porter, Carney e Laboon, insieme ai sottomarini nucleari Georgia e John Warner.
Operazioni del genere non si vedono tutti i giorni. Anzi. Si tratta della più grande dal 2003, ma allora la mobilitazione era dovuta al supporto dei militari che si preparavano alla guerra in Iraq.
Se Trump è ancora indeciso(in realtà effettuato nella notte del 14 Aprile 2018) su eventuali attacchi aerei sulla Siria dopo le denunce di attacchi chimici da parte di Assad, qualcosa comunque si muove. In mare.
Secondo i consulenti militari del presidente americano non ci sono prove sufficienti per dimostrare l’attacco chimico a Douma, a differenza di quanto sostiene il presidente francese Emmanuel Macron.
Inoltre il timore è che un eventuale intervento statunitense possa scatenare la reazione della Russia. Putin è alleato di Assad e uno scontro tra le due potenze riecheggia un clima da guerra fredda che forse non gioverebbe a nessuno.
Intanto le navi si spostano: la Harry Truman è partita mercoledì(11 Aprile 2018) dalla base navale di Norfolk, in Virginia. Ad accompagnarla l’incrociatore Normandy e i cacciatorpedinieri Farragut, Forrest Sherman, Bulkeley e Arleigh Burke, insieme alla fregata tedesca Hessen, unica al ondo ad avere a bordo tre tipi di missili terra aria.
I razzi Tomahawk invece, il gioiellino dell’industria missilistica statunitense, sono all’interno della Donald Cook, che è già in posizione nel Mediterraneo.
Secondo due ufficiali della difesa citati dal guardian l’attacco chimico a Douma c’è stato, ma alla Casa Bianca si temporeggia(in realtà effettuato nella notte del 14 Aprile 2018) sulla conclusione finale da dare al rapporto su quanto accaduto. Russia, Siria e Iran invece sostengono che il sarin utilizzato nella città siriana sia stato fabbricato dai ribelli.
“Non possiamo escludere una guerra tra usa e Russia, ma la priorità immediata è impedirla”, ha detto l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vassily Nebenzia.
E se Trump intanto prepara le navi (e gli aerei), Mosca ha pronte dozzine di caccia nella base siriana di Hmeymim, insieme a una dozzina (almeno) di navi da guerra nel Mediterraneo. Anche Putin sta spostando la sua marina. Secondo quanto riporta Interfax, alcune portaerei si sono mosse dalla base siriana di Tartus, ufficialmente “per la propria sicurezza, una pratica ordinaria in caso di minacce d’attacco”.
13 Aprile 2018
13 Aprile 2018
Fonte: qui
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