EDWARD LUTTWAK SMONTA LE TEORIE SULLE INGERENZE RUSSE IN ITALIA: “MOSCA NON E’ INTERESSATA A FAVORIRE RENZI CHE HA APPROVATO LE SANZIONI ANTI-RUSSE. NON I CINQUESTELLE, DILETTANTI GUIDATI DA UN COMICO.
NEMMENO BERLUSCONI, LA CUI FORZA ELETTORALE È LA METÀ DI PRIMA.
PERCHE' LA STAMPA NON SI E' OCCUPATA DELLA NOMINA DI ALESSANDRO PROFUMO, CHE DICONO SIA AMICO DI RENZI, ALLA TESTA DI LEONARDO?"
Cesare De Carlo per “il Giorno”
Davvero la Russia cerca di influenzare le elezioni in Italia?, chiedo a Edward Luttwak, il politologo americano.
«Chi lo dice?»
Lo dice Joe Biden, ex vicepresidente sotto Obama.
«Non va preso sul serio».
In che senso?
«Nel senso che è una montatura. Come il Russiagate».
Ma Mueller (special prosecutor) va avanti. Manafort è indagato. Michael Flynn anche.
«Casi personali. Hanno commesso illegalità? Sono evasori fiscali? Andranno in prigione. Ma con la legittimità del risultato elettorale non c'entrano nulla».
Uno era il capo della campagna elettorale di Trump. L'altro il suo consigliere per la politica estera.
«Già. Uno capo per poco tempo. L'altro consigliere per due o tre settimane. E comunque non ci sono prove di collusione con i russi. Il Russiagate si sta sgonfiando».
Ci sono però le rivelazioni di Facebook sui versamenti russi.
«Sa di quanto si è trattato?»
Si parla di centinaia di migliaia di dollari.
«Sbagliato. Erano meno di 30mila dollari».
Dal governo o da privati?
«Non si sa. Ma il gran putiferio montato dalla stampa può aver fatto nascere nei russi la convinzione di essere davvero in grado di condizionare consultazioni elettorali all' estero».
E in Italia chi avrebbero interesse a favorire?
«Non il Pd di Renzi che ha approvato le sanzioni anti-russe. Non i Cinque Stelle, dilettanti guidati da un comico. Nemmeno Berlusconi, la cui forza elettorale è la metà di prima. A Putin in Italia interessa un solo ente: l'Eni, per il petrolio».
Una domanda su Gerusalemme. In Italia tutti sostengono che il riconoscimento è stato un errore. È così?
«C'è stata una guerra. Qualcuno ha vinto e qualcuno ha perso».
Hanno perso gli arabi che appoggiavano i palestinesi.
«Esattamente. I palestinesi sono stati abbandonati da coloro che avevano loro promesso una vittoria gratis. È da sessant' anni che vengono illusi e presi in giro. Khomeini promise la conquista di Gerusalemme. Anche Saddam Hussein. Anche Assad. Anche Hezbollah. Ma poi si sono combattuti fra di loro anziché contro gli israeliani. Questo la stampa italiana non lo scrive. E non scrive anche un' altra cosa».
Cosa?
«La vicenda che riguarda Leonardo, ex Finmeccanica».
Vale a dire?
«Voi italiani non vi capisco. Vi emozionate per il Russiagate. Vi indignate per Gerusalemme. Ma perché non pensate di più all' economia?»
Mi pare che il governo, pur con tante difficoltà, se ne occupi.
«Non abbastanza. Su Leonardo non ho trovato reazioni né fra i politici né sugli organi di informazione».
Quali reazioni si aspettava?
«Mi aspettavo la stessa sorpresa, anzi lo stesso sconcerto, quando ho saputo che alla testa di Leonardo non era finito uno del mestiere ma Alessandro Profumo».
Profumo amministratore delegato non va bene?
«Profumo sarà anche un simpatico banchiere, ma non è del mestiere. Voglio dire, non è un esperto nel campo aerospaziale».
E invece?
«Invece misteriosamente è saltato fuori il suo nome».
Perché misteriosamente?
«Perché il suo nome non rientrava fra i quattro indicati dai cacciatori di teste al governo che aveva commissionato la ricerca. Ricerca pagata con i soldi dei contribuenti».
Lei è molto informato su questa vicenda. È stato a Roma di recente?
«Sì. Ho visto i cosiddetti addetti ai lavori. Ho chiesto perché a quattro personaggi di alto profilo fosse stato preferito un banchiere».
E le risposte?
«Tutti mi hanno detto: è un amico di Renzi».
Era il presidente del Monte dei Paschi, considerato un feudo del Pd. Vicenda disastrosa come si sa.
«Appunto. La cosa che mi stupisce di più è il silenzio degli organi di informazione in Italia. Da quando c' è Profumo, Leonardo ha perso valore. Le azioni sono passate da 15,50 a 9,84. E quando un titolo perde tanto vuol dire che non c' è fiducia nella società quotata in Borsa. E se non c' è fiducia si perdono commesse».
Ha incontrato il presidente di Leonardo, Gianni De Gennaro?
«Sì».
Ha accennato a perplessità del Pentagono?
«Ho detto le stesse cose che dico qui. Mi auguravo che l' ultima grande impresa ad alta tecnologia rimasta in Italia venisse affidata a una persona apprezzata anche oltre Atlantico. Come molti sanno, Finmeccanica ha concluso negli anni importanti contratti di forniture con il Pentagono».
Fonte: qui
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