“SONO VITTIMA DI UN LINCIAGGIO MEDIATICO” “NON HO ESULTATO PER L’ARRESTO DI RIINA. NOI NON USIAMO IL POPOLO PER I NOSTRI FINI, O PER AVERE DEI VOTI, LO SERVIAMO E BASTA".
"Non ho mai svolto indagini per fini politici". Il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina, risponde così - interpellato dall' ANSA - a quella che definisce una "campagna di linciaggio mediatico". A proposito del procuratore Musti afferma di non averla "mai forzata in nessuna cosa" e di aver sempre svolto "le indagini che ci ha ordinato con lealtà e umiltà".
ARRESTO DI TOTO RIINA
"Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri", aggiunge. Il colonnello De Caprio, che parla di una campagna di linciaggio mediatico nei suoi confronti portata avanti "con insinuazioni e falsità da alcuni organi di disinformazione funzionali alle lobby che da anni cercano di sfruttare il popolo italiano" - sottolinea di non aver mai "svolto indagini al di fuori dei fatti che emergevano direttamente ed esclusivamente dalle persone indagate".
LUCIA MUSTI
“Non ho mai avuto esaltazioni o esagitazioni - spiega all'ANSA - a seguito delle indagini da me svolte neanche quando abbiamo arrestato Riina, non abbiamo mai esultato, non abbiamo esploso colpi in aria, non abbiamo fatto caroselli per le strade, mai festeggiato, perché la lotta anticrimine appartiene solo al popolo e noi non usiamo il popolo per i nostri fini, o per avere dei voti, lo serviamo e basta".
CAPITANO ULTIMO
"Contrariamente a quanto riportato dalla stampa - prosegue il Capitano Ultimo - non ho mai spinto la dottoressa Musti a compiere azioni illegali e non l' ho mai forzata in nessuna cosa. Abbiamo sempre eseguito le indagini che ha richiesto e ordinato, con lealtà, umiltà e nei limiti delle nostre possibilità umane e professionali. Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri". "Ho dato mandato al mio avvocato Francesco Romito, di agire nelle sedi competenti - conclude il colonnello De Caprio - contro le persone e gli organi di stampa che mi attribuiscono cose che non ho mai detto e azioni che non ho mai compiuto".
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